venerdì 5 febbraio 2010

criminalità disoccupazione mondializzazione

Intendo rispondere al post di Salvatore sul tema “criminalità e disoccupazione” cercando di cogliere lo spirito di una “sana cultura della discussione” che sollecita la Dott.ssa De Giorgi.
Ritengo che la disoccupazione ed il lavoro precario in Italia sono fenomeni spiegabili da una molteplicità di fattori di difficile “generalizzabilità” poiché talvolta si spiegano dalla globalizzazione del mercato che non distingue le merci dalla forza lavoro, talaltra da fenomeni locali, primo fra tutti la criminalità organizzata. E’ indubbio che lasciare il controllo del territorio ad organizzazioni criminali che impongono le loro tasse sotto forma di “pizzo” e le loro leggi che prevedono sentenze di morte nei confronti di chi non si adegua, determina una forte depressione economica con conseguenti alti tassi di disoccupazione. La forza lavoro sottopagata che viene dai paesi del terzo mondo esiste quasi esclusivamente nei territori del sud Italia dove è la mafia che regolamenta il mercato del lavoro. Sono emblematici i recenti fatti di Rosarno dove, secondo fonti giornalistiche ben informate, sembra sia stata decisa la sostituzione della manodopera sottopagata dei neri africani con quella dei “comunitari” romeni ai quali si può più facilmente fare dei contratti a progetto di 3 ore di lavoro al giorno facendogliene poi lavorare 12-14. In uno stato di diritto questo non sarebbe possibile in quanto gli enti preposti al controllo non lo consentirebbero, ma chi fa questi controlli in Calabria? Non si può certo delegare tutto alla magistratura ed alle forze dell’ordine, le regole della civile convivenza sono prima di tutto una questione culturale che si forma con la buona politica e con l’efficienza di tutte le istituzioni pubbliche, prime fra tutte quelle scolastiche.
Ho appena finito di leggere la ricerca di Salvatore nella parte in cui spiega il funzionamento della banca mondiale. I paesi sottosviluppati vengono finanziati purchè adeguino le loro leggi statali ai principi del liberismo, gli si richiede la massima fiducia alle leggi del mercato che finiranno per migliorare la vita di tutti. Io ricordo molto bene ciò che veniva prospettato nel Novembre del 1996 al congresso mondiale della Fao a Roma:”riduzione del 50% delle persone sottoalimentate nel mondo”. Qualcuno già allora non credeva alla possibilità di realizzazione di questi propositi ed in effetti oggi ci ritroviamo con un mondo più affamato e disperato di allora. E’ evidente che le ricette della banca mondiale improntate sul liberismo più integralista non hanno giovato a nessuno, nemmeno al benessere della maggioranza delle persone nei paesi occidentali sviluppati. Io non sono a conoscenza delle agevolazioni doganali dei paesi sottosviluppati di cui parla Salvatore ma mi sembra un po’ paradossale indicarle come la causa della disoccupazione italiana. Come dicevo in principio, probabilmente le cause della crisi sono più complesse, vanno ricercate nel sistema che forse ha fatto il suo tempo ed è destinato a riformarsi se vuole sopravvivere.
La condizione di disoccupato non necessariamente determina un atteggiamento di devianza sociale ma non è un mistero che i livelli di criminalità sono più elevati nelle aree ove vi è più emarginazione inclusa quella dal mondo del lavoro.

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Caro Luigi di seguito il Link sulle agevolazioni doganali e di sicuro non mi riferivo ai paesi africani ma asiatici che credo che siano la causa principale della disoccupazione in settori storici dell'industria italiana come il tessile. Agevolazioni che avvengono anche attraverso accordi bilaterali per favorire le nostre esportazioni verso quei mercati

    http://www.esteri.it/coordinamentocina/statoaccordi.asp

    http://www.esteri.it/coordinamentocina/pdf/MOU_investinitaly.pdf

    http://europa.eu/legislation_summaries/external_trade/r11020_it.htm

    RispondiElimina

Contatore accessi

Lettori fissi

Cerca nel blog

Archivio blog