sabato 5 novembre 2011

E' nato il Movimento per il diritto alla cura alla persona e per l'UMANIZZAZIONE delle cure mediche, chirurgiche e psicologiche.

DICHIARAZIONE PER IL DIRITTO ALLA CURA ALLA PERSONA E PER L’UMANIZZAZIONE DELLE CURE MEDICHE, CHIRURGICHE E PSICOLOGICHE

Premessa


In un’epoca caratterizzata dalla progressiva riduzione della centralità dell’uomo, sentiamo il bisogno di affermare che prima di essere medici e cittadini liberi, indipendenti e democratici, siamo esseri umani, ovvero, “persone”, e come tali aspiriamo a dare e ricevere le cure.

Noi riteniamo che la Medicina attuale, proprio nel momento in cui raggiunge importanti progressi nella diagnosi precoce e nella conoscenza scientifico-terapeutica della malattia, stia correndo il grave rischio di trasformarsi in qualcosa che non ha più l’affidabilità, l’autorevolezza e la credibilità che le derivano dall’avere come unico oggetto il benessere e la salute della persona.

Il processo di disumanizzazione del rapporto medico-paziente è responsabile di aver ridotto la complessità della persona umana intesa come individuo alla sua dimensione esclusivamente fisiopatologica e statistica, finendo per costituire la causa di molti casi di “malasanità”.

La burocratizzazione del rapporto medico-paziente ha reso entrambi, non più soggetti centrali di un sistema, non più protagonisti attivi di un percorso di cure e di assistenza, ma oggetti intercambiabili, in uno scenario che pone in secondo piano il diritto del paziente, privilegiando scelte economicistiche e di interesse e ciò ha portato alla degenerazione conosciuta col nome di “medicina difensiva”.

È per questo che intendiamo combattere la distinzione culturale e scientifica tra mente e corpo, riaffermando che la specificità dell’essere umano è contenuta proprio nella integrazione che la sua personalità opera tra corpo, mente e valori spirituali.

Il nostro obiettivo è quindi quello di suscitare intorno a questi temi il massimo di consensi possibile, di alimentarlo favorendo un esteso e approfondito dibattito che consenta il manifestarsi di ogni opinione.

Intendiamo infatti promuovere, sulla base di queste idee, un movimento cosciente che raggruppi tutti coloro che intendono opporsi alla mercificazione, umiliazione e alienazione della persona e che vogliono invece stimolare tutte le iniziative possibili per fondare un Sistema Sanitario più umano ed al tempo stesso più efficace, più giusto ed anche più economico e razionale.



Per queste ragioni intendiamo chiamare tutti i colleghi, gli uomini di cultura ed i cittadini interessati a discutere, condividere e promuovere con noi i seguenti punti:



Articolato



1. Il primo requisito umano delle cure sta nel diritto inalienabile e uguale per tutti a riceverle. Ognuno, senza nessuna distinzione, per sesso, età, razza, ceto sociale, religione, nazionalità, valori morali, culturali e politici, scelte comportamentali, ha diritto a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno e lo Stato deve garantirne la disponibilità. Ciò si sostanzia con il principio generale del diritto all'integrità fisica e mentale ed alla sicurezza della persona, da cui deriva la necessità di ricevere l'assistenza sanitaria e le appropriate cure per ottenere il più alto livello di salute possibile e l’accesso ai servizi appropriati per la prevenzione delle malattie.



2. Gli Stati, in misura delle loro risorse finanziarie, devono impegnarsi ad assicurare tutte le cure sanitarie, di assistenza, di prevenzione e di riabilitazione, a cominciare da quelle necessarie per le patologie più gravi, garantendo precisi standard di qualità, provvedendo anche a costruire una rete di opportunità su base privata, sociale e volontaria, che possa garantire la continuità del trattamento fino all’effettiva copertura del bisogno.



3. La salute, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito, deve essere intesa non solo come “assenza di patologia”, ma anche come “presenza di benessere”, il cui raggiungimento, quindi, deve essere sempre perseguito e garantito. E' compito esclusivo del medico, e di nessun’altra autorità non medica, differenziare le condizioni normali della persona da quelle patologiche e predisporre i rimedi necessari.



4. Riteniamo che anche i portatori di quelle numerose condizioni che non appaiono chiaramente patologiche, ma che caratterizzano spesso malessere e disagio nell’età evolutiva ed involutiva, nell’infanzia e nella vecchiaia, o che caratterizzano i disturbi della personalità e del comportamento, debbano poter ricevere le eventuali cure o i trattamenti di cui hanno bisogno, per superare gli svantaggi esistenziali che esse possono determinare. Tali interventi pertanto, quando necessitano, devono essere resi fruibili dalla persona.



5. Il malato deve essere preso in cura, prima che per la patologia che lo affligge, per la sua dignità umana, per il suo stato di sofferenza soggettiva e oggettiva e per la sua disfunzionalità che gli impedisce di essere normalmente attivo. Obiettivo della cura è l’essere umano nel suo ambiente e non solo la sua malattia.



6. Ogni individuo deve poter scegliere liberamente tra i diversi trattamenti sanitari, ricevendo adeguate informazioni, mentre nessun individuo può essere obbligato a curarsi contro la sua volontà. Anche in quei casi di trattamento sanitario obbligatorio espressamente previsti dalla legge, l’interesse primario, la dignità e la volontà della persona devono essere comunque tutelati e garantiti dagli organi competenti e di garanzia prima di ogni altra considerazione.



7. Nella disponibilità delle strutture, la durata di un ricovero ospedaliero e il tipo di terapia da eseguire devono essere stabiliti caso per caso, solo in considerazione delle valutazioni e proposte dei medici, del consenso informato del paziente e del decorso clinico della malattia, valutato individualmente.

8. L’applicazione dei Protocolli più accurati non esonera i medici dal dovere responsabile di agire secondo scienza e coscienza. Il medico, nel predisporre le sue terapie, non deve tenere conto d’altro se non della loro compatibilità con le condizioni cliniche del paziente e con l’insieme delle contingenze oggettive e soggettive del momento.



9. Il consenso informato non può essere ridotto ad una firma su un elenco notarile di rischi, ma deve essere raggiunto attraverso il dialogo tra medico e paziente, fino al raggiungimento di un comune sentire. Esso deve consentire al paziente di comprendere le opzioni terapeutiche proposte dal medico e di esprimere il suo giudizio, ma anche di delegare al medico stesso quelle scelte immediate da compiersi nel suo interesse. Il consenso è un diritto, non formale ma sostanziale, che prevede comunicazione e dialogo nel tempo tra medico e paziente e soprattutto la fiducia e la convinzione che il medico opererà solo nell’interesse del paziente.



10. Il consenso informato anche di quei malati di mente, non sottoposti a limitazioni giudiziarie della loro capacità d’agire, che rifiutano negativisticamente, per effetto della propria malattia, di aver bisogno di cure, e quindi di sottoporsi ad esse, deve comunque essere raggiunto appena il paziente avrà recuperato la sua capacità di intendere e di volere.








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